Risposte alle tue domande sulla mastoplastica additiva
L’aumento del seno è l’intervento di chirurgia estetica più richiesto al mondo. Ecco le risposte alle più comuni domande sulla mastoplastica additiva.
Come funziona una mastoplastica additiva?
L’aumento del seno è uno degli interventi più popolari al mondo ed l’aumento del volume del seno è ottenuto attraverso l’inserimento di protesi mammarie. La mastoplastica additiva si esegue con l’obiettivo di migliorare l’intera armonia del corpo di una donna.
È possibile eseguire una mastoplastica additiva con sedazione?
La mastoplastica additiva nei centri specialisti d’avanguardia viene normalmente eseguita in anestesia locale e sedazione. L’anestesia locale rimuove il dolore e la sedazione fa “dormire” la paziente in modo tale da non “vedere” nulla durante l’intervento.
Come scegliere la dimensione del seno per l’aumento del seno?
Le dimensioni e la forma del seno sono due caratteristiche che devono essere attentamente valutate nella fase pre operatoria. E ‘importante avere un buon chirurgo che, dopo un attento esame del paziente, sa come dare le giuste indicazioni per creare armonia e coerenza tra il seno e il resto del corpo.
Qual è la mastoplastica additiva con il metodo a doppio piano?
È un metodo per posizionare le protesi mammarie in una mastoplastica additiva. Il doppio piano (dual plane) prevede il posizionamento della protesi in maniera tale da coprirla parzialmente anche con il muscolo pettorale. Questa tecnica offre risultati naturali e – in determinati casi – più stabili rispetto alle altre sedi di posizionamento.
Si può allattare dopo la mastoplastica additiva?
La tecnica chirurgica – indipendentemente della zona d’accesso chirurgico – prevede la totale conservazione della ghiandola mammaria e dei dotti galattofori. Perciò, dopo l’aumento del seno, la donna potrà allattare perfettamente. Forse è più corretto dire, potrà allattare nella stessa maniera rispetto a prima dell’intervento. Sempre più comunemente le donne hanno una certa difficoltà ad allattare il proprio bambino, indipendentemente dalla protesi mammaria e dall’intervento in questione.